Mezzadria è un termine poco conosciuto alle generazioni più giovani che guardano al mondo agricolo con gli occhi e con le strategie dell'imprenditore consumando cibi glocal, frequentando botteghe local food e passando in agriturismo romantici weekend molto slow e decisamente bio.
Eppure l'immagine del contadino con la camicia a quadri, il cappello di paglia e i calzoni tenuti su da un improbabile cordino è la prima maschera che si affaccia alla mente: una maschera che vive in una perenne primavera dove il sole c'è ma non scotta, la terra produce quantità sterminate di prodotti immuni ai parassiti e ai ladri e dove ogni sera si canta e si balla spensierati attorno a grandi falò mangiando e bevendo i prodotti del piccolo podere.
Ma la mezzadria è stata per secoli fonte di sostentamento e modo di vivere per la quasi totalità dei toscani. Essa era più di un contratto agricolo tra un padrone e un contadino, era un modo di condividere la quotidianità e il ritmo naturale delle stagioni, nelle quali lavoro e gerarchia apparivano consuetudine stabilita da ataviche regole mai scritte e da tutti rispettate.
Il mezzadro ha caratterizzato col proprio lavoro il paesaggio toscano, oggi patrimonio culturale, ha insegnato un modo di parlare che si porta dietro di sé forme linguistiche "contadine", divenute linguaggio condiviso.
Così nel volume "Quando solo la terra ci dava da vivere" si è voluto ripercorrere un periodo della storia di Cavriglia parlando di luoghi quasi immutati o profondamente modificati, tradizioni, storia, architetture, cultivar, memorie che hanno caratterizzato il territorio.
Un'agricoltura che ha ceduto il passo all'industria mineraria che a sua volta ci ha reso un paesaggio diverso e disponibile alle mutate necessità umane.
Interverranno il curatore del volume e gli autori.
L' accesso alla Sala è consentito solo tramite prenotazione obbligatoria chiamando lo 055-981227 o scrivendo a paleo@accademiadelpoggio.it.
All'ingresso sarà effettuato il triage di accesso con misurazione della temperatura e sanificazione delle mani con apposito gel.
Ingresso libero, massimo 30 posti.